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ll tipping point del web 2.0

In queste ultime settimane si sono susseguite voci di segnali di debolezza su Google. Il titolo ha perso molto dal suo picco, e continua a scendere, non solo perche' molti danno l'economia americana in recessione, ma per problemi "strutturali" legati al business model di Google.

I problemi dei quali si parla sono dovuti al principale driver del fatturato di Google, la pubblicita' online, che oltre ad aver fatta ricca Google, ha anche lanciato il Web 2.0. L'idea dei tanti progetti nati in questi ultimi anni sulla scia del successo di Myspace, poi YouTube, e ora FaceBook era ed e' quella di attirare quanti piu' utenti possibile per poi monetizzare con la vendita di pubblicita' tramite Google.

Pare pero' che l'efficacia delle pubblicita' Google sia molto minore di quello che si pensava, perche' pare che una grande fetta dei click sia generata da pochi utenti, che fra l'altro sono anche "piu' poveri" della media degli utenti internet. Non meraviglia allora leggere articoli come questo del WSJ che dice che gli insider stanno vendendo azioni.

Se il trend si conferma, non e' solo il titolo Google a scendere, ma anche tutto il concetto alla base del Web 2.0. Insomma si preparano tempi duri per le start-up "me-too", cioe' quelle che copiano modelli gia' lanciati da altre start-up, modificandoli leggermente e sperando che qualcuno le compri.

Detto questo, lo sviluppo di internet non si ferma; anche se ci sara' una minore quantita' di start-up Web 2.0 create, il bisogno che hanno le aziende tradizionali di utilizzare Internet non diminuisce ma aumenta.