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L'evoluzione della comunicazione e i blog

Bell'articolo sul sole24ore sull'evoluzione del Web e l'apparizione sulla scena della comunicazione dei media prodotti dal basso:

"Proprio le comunità virtuali sono il concorrente che non ti aspetteresti per i tradizionali newsmaker e possono rappresentare un territorio di caccia interessante per la pubblicità. «A tutto ottobre 2005 in Italia hanno visitato i blog 8,8 milioni di navigatori - dice Gaudino - pari al 43% dei navigatori totali, contro i 7,8 milioni dell'analogo periodo 2004 (41%). In particolare siti come Splinder e Blogger hanno registrato performance sorprendenti: il primo è passato da 561mila visitatori unici in ottobre 2004 a 1,5 milioni; il secondo da 243mila a 809mila». Un campanello d'allarme per i giornali online? Se si guarda alla suddivisione della spesa su Internet (dati Online publishers association) non si può escludere. I consumatori americani hanno speso nel 2004 1,8 miliardi di dollari per acquisti in rete (tre volte rispetto al 2001) e le news generaliste se ne sono aggiudicate una fetta decisamente minore (88 milioni di dollari) rispetto a categorie che attengono alla sfera individuale (470 milioni per personals e dating, un mare magnum entro il quale si muovono anche il social networking e i weblog). Fonte IlSole24Ore"

Molti credono ancora che si tratti di una bolla fatta da buzz-word e null'altro, che rispecchia un po' quanto successo nella Dot-Economy di prima generazione. La verita' e' che questa volta non si tratta di promesse (molte delle quali a distanza di anni si sono anche avverate) ma di una vera rivoluzione, che portera' tanti eye-balls a lasciare i media tradizionali e i canali tradizionali di produzione e distribuzione dell'informazione.

Ne parlavo qualche settimana fa con un mio amico, che ha fatto l'Internet di prima generazione e mi diceva: quello che succede tipicamente quando arriva una nuova tecnologia e' che in una prima fase c'e' l'euforia ma poca influenza sul mondo reale (Web 1.0); la seconda e' invece quella dove i mutamenti immaginati nella prima fase colpiscono in profondita', molto di piu' di quanto si poteva immaginare all'inizio.