Splinder, passato e futuro
Qualche giorno fa, con un commento su questo blog, Issima mi ha segnalato un post che ha scritto su Medium. Il post descrive bene come Splinder si differenziasse da altre piattaforme e quali meccanismi offrisse per facilitare lo sviluppo delle community; meccanismi che ancora oggi, a distanza di vari anni, si vedono molto poco in giro.
Leggendo il post di Issima mi e' venuta voglia di parlare anch'io di Splinder.
Sono passati piu' di 10 anni da quando ho scritto "The lonenly Net", che poi sarebbe diventato il documento non ufficiale che ci ha guidato. Rileggendolo mi rendo conto che ancora oggi c'e' un gran bisogno di una piattaforma per far incontrare persone e idee. E' paradossale come 10 anni fa non esistessero i vari Facebook e Twitter con i centinaia di milioni di utenti tutti potenzialmente accessibili, ma si riuscisse con Splinder a "incontrare" le persone "giuste", quelle con le quali avevamo veramente qualcosa in comune. Splinder funzionava non perche' ci fossero meno utenti rispetto alle mega-piattaforme attuali, ma perche' c'erano i meccanismi per andare oltre le proprie cerchie.
Mi sembra venuto il momento di immaginare una nuova piattaforma che aiuti le persone ad orientarsi su Internet, utilizzando le nuove tecnologie che nel frattempo sono state create e nuovi approcci, come ad esempio la neuroscienza computazionale, che studio da qualche anno. Perche' la neuroscienza? Perche' il cervello ha dovuto adattarsi a far fronte ad un diluvio costante di informazioni, riuscendo ad estrarre quello che per ciascuno di noi e' importante. Sarebbe bello prendere spunto dalle (purtroppo) poche cose che abbiamo capito del cervello, e applicarle ad Internet.
Chissa' quindi che il prossimo Splinder non sia un po' piu' "intelligente" di quello di 10 anni fa ;-)