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economia

I giovani soffrono non solo in Italia

"Ai giovani consigliamo di andarsene dal [nostro paese]".

"Il [nostro paese] e' diventato una gerontocrazia, non incoraggia abbastanza l'innovazione e la creazione, il clima sociale e' terribile, le minoranze visibili sono ignorate o umiliate, la pressione fiscale e' insopportabile".

Queste parole potrebbero descrivere la situazione italiana e invece sono tratte da un articolo di Le Monde sulla situazione dei giovani e dell'economia in Francia!

Adeguarsi al mondo che cambia

Non e' solo la vecchia Europa a dover riconoscere che il mondo sta cambiando e che bisogna adeguarsi. Anche l'Australia deve re-inventarsi. Proprio l'Australia che da un po' e' la meta preferita dei giovani europei che vogliono scappare dalla depressione delle loro economie.

In questo articolo in inglese, pubblicato su un giornale di Melbourne, si evidenzia come l'Australia si trovi davanti ad un bivio: continuare come se non fosse nulla (Business as usual) oppure riconoscere che negli ultimi vent'anni si e' vissuto al di sopra dei propri mezzi e quindi che ora bisogna cambiare (Public Interest).

Un'estate anticipata

Ieri notte e' arrivata la prima zanzara della stagione, in anticipo, anche se l'estate e' oramai alle porte.

E' passato un altro anno, e l'Italia cerca ancora di capire in quale direzione andare. Si tentano le riforme in extremis. C'e' chi spera che il peggio sia passato.

Arrivano cosi' i cataclismi sociali ed economici? Quando si legge la storia, non si apprezza appieno quanto sia confuso il presente prima che il futuro chiarisca come e' andata a finire.

Nuove opportunita' offerte dai cambiamenti

Negli USA il governo federale e quelli locali spendono molto di piu' di quanto incassino.

A seguito della crisi finanziaria la situazione e' peggiorata notevolemente; ora si parla di tagli che sono necessari per evitare che il mercato cominci a snobbare i buoni del tesoro americani. Qualche giorno fa la macchina pubblica federale ha rischiato di fermarsi in mancanza di un accordo fra democratici e repubblicani su come tagliare le spese.

In questa situazione c'e' spazio per gli individui, che lavorano per il governo federale, di collaborare con istituzioni internazionali e privati.

Guarda ad est ... senza libretto rosso questa volta

E' il segno dei tempi, ho aggiunto ai miei feed il People's daily, l'organo ufficiale del partito comunista cinese (non pensavo l'avrei mai fatto :-) ). Leggendo un po' la sezione Business, ti rendi conto che di comunista e' rimasto ben poco. La linea editoriale e' cinacentrica, ovviamente, ma e' interessante perche' riporta una diversa prospettiva rispetto a quella dei media occidentali.

Trenta e passa anni fa alcuni ragazzi europei leggevano il libretto rosso di Mao. Oggi iniziamo a leggere il People's Daily. Tutto scorre ...

Chiudi o tieni aperte le frontiere? La globalizzazione: opportunita' e problemi

Ogni tanto mi trovo a parlare di globalizzazione con un mio amico che vede il processo in atto come un problema che sta dando un colpo terribile all'occupazione in Italia. 

Alcuni suoi amici ingegneri lavorano per societa' di elettronica. Negli ultimi anni, alcuni di loro sono stati mandati a far training a loro colleghi in Cina. Ora le societa' per le quali lavorano spostano le attivita' dall'Italia all'Asia, perche' un ingegnere li costa molto meno.

Ovvio che quando vedi cose del genere inizi a pensare che forse la globalizzazione e' stata gestita male e che la risposta a quello che sta accadendo sia di alzare dazi doganali per limitare il vantaggio competitivo che hanno le nazioni in via di sviluppo nei confronti di quelle avanzate.

C'e' chi parte e chi arriva

Qualcuno mi puo' spiegare perche' la maggior parte dei giovani con i quali parlo vorrebbe andare via dall'Italia, mentre si stima che a fine sanatoria saranno 700,000 le richieste di regolarizzazione di badanti e colf?

Cosa spinge i giovani a voler lasciare l'Italia e centinaia di migliaia di persone a volerci venire?

San Francisco e la crisi II

Sono a San Francisco per qualche giorno. Questa volta la crisi si sente. Ne parlano tutti come di un fatto acquisito, un periodo nel quale viviamo. Chi ha il lavoro non cambia, chi non lo ha si inventa cose nuove, lavora per i no profit, ritorna a studiare, nessuno si lamenta pero' ...

Alcune delle persone che conosco stanno per lasciare San Francisco, o pensano di farlo; che senso ha stare qui se non c'e' l'opportunita' di guadagnare almeno quanto serve per vivere in una citta' abbastanza cara. Altri invece ci ritornano perche' comunque ci sono 2 ottime universita' e se ci sara' qualcosa di nuovo e' probabile che sara' sviluppata qui.

Forse siamo arrivati al punto piu' basso della crisi, al momento nel quale si e' piu' pessimisti e invece la ripresa e' dietro l'angolo. Oppure questa volta la ripresa sara' un non ripresa, un periodo lungo di non crescita, aspettando un qualcosa che tiri su l'economia e generi posti di lavoro. Alcuni pensano alle energie rinnovabili ... chissa' ...

Da vedere

Questo video e' la talk del nuovo Segretario per l'Energia americano al MIT.

Alcuni commenti:
- il signore e' fisico vincitore del premio Nobel
- sentendolo ci si rende conto che (ovviamente) il signore capisce molto bene quello che dice
- il segretario per l'Energia, non ha un equivalente italiano, correggetemi se sbaglio, ma e' come se noi avessimo un ministro dell'industria che capisce effettivamente quello di cui parla
- il signore parla del futuro dell'Energia mettendolo in un contesto storico e scientifico; in pratica, sentendolo parlare si imparano cose nuove, una cosa che non mi e' mai successa sentendo un politico/ministro italiano
- i problemi dei quali parla ci riguardano da vicino, si parla di cambiamenti climatici, indipendenza energetica, costo dell'Energia del futuro e di come risolvere gli enormi problemi che dovremo affrontare a breve

PS: mi sembra uno di quei film di fantascienza ...

Sensazioni a SF

Una delle cose che mi ha colpito di San Francisco e' stato il traffico. Tanto traffico sul Bay Bridge, sull'autostrada per Palo Alto, insomma dovunque durante le ore di punta. Pensavo che con la crisi il traffico sarebbe diminuito, invece no, la gente continua a spostarsi in macchina (anche perche' alternative non ce ne sono mancando un sistema di trasporto pubblico decente).

La crisi la senti quando parli con le persone che non hanno lavoro, soprattutto quelle che lavoravano al Financial District. Pero' poi parli con tante persone che stanno pensando o hanno creato nuove start-up, oppure con gente che lavora (ad esempio) in aziende che offrono banda Internet all'ingrosso, e loro ti dicono che anzi gli affari vanno bene.

Una tavola rotonda un po' speciale

In Italia oggi gli unici Role Model sono calciatori e veline; i ragazzi che escono dall'Universita' non sanno veramente a chi ispirarsi come modello.

La fine dei giornali si avvicina

Un anno fa ho sentito dire, ad un amministratore delegato di un grande gruppo media tradizionale italiano, che lui non era preoccupato perche' l'ultimo giornale sarebbe circolato nel 2040, molto dopo la sua pensione etc. etc.

Siccome questa e' la vision, i due maggiori gruppi editoriali italiani hanno acquistato, per centinaia di milioni di euro, due gruppi media tradizionali (carta stampata) all'estero, uno in Spagna e uno in Francia. Forse si saranno detti che siccome siamo esperti a fare ristrutturazioni di sistemi economici in Italia (e questa e' tutta ironia), allora sapremo farla anche in Francia e Spagna. Immagino le feste organizzate dagli azionisti in Francia/Inghilterra e Spagna quando sono riusciti a vendere una bella gatta da pelare.

Se si guarda a quello che sta succedendo negli Stati Uniti, non so se l'Amministratore Delegato sia piu' tanto sicuro della sua visione di un anno fa.

Detto in cifre, prese da questo ottimo blog:
- la circolazione di giornali giornaliera negli USA e' oggi la stessa di 62 anni fa
- siccome 62 anni fa la popolazione era la meta', la circolazione per abitante si e' dimezzata
- la riduzione della circolazione e' iniziata nel 1980 (pre internet) ma sta accelerando in questi ultimi anni

L'unica buona notizia? In America i giornali raccolgono 42 miliardi di dollari di pubblicita', che a questo punto andranno a finire da qualche altra parte in una decina di anni (non tutti ma una buona parte).

Finalmente si sperimentano altri formati

L'evoluzione di Internet come strumento di distribuzione di contenuti, non solo di comunicazione, sta creando grossi problemi ai "media tradizionali" che sono legati a modelli di advertising che andavano bene per il broadcast tradizionale. Quando cioe' i canali televisivi trasmettevano contenuto e si intervallava il contenuto con spot pubblicitari.

Questo modello ha portato, fino ad oggi, i media tradizionali a vedere le nuove tecnologie come delle minacce, e quindi a cercare di contrastare in tutti i modi ad esempio il file sharing.

Ora pero' anche i media tradizionali si fanno furbi e iniziano a sperimentare modelli nei quali il product placement e' all'interno del formato, il che potenzialmente apre la strada alla libera distribuzione dei contenuti. Cioe' si ribalta il concetto attuale che vede il produttore di media interessato a limitare la distribuzione del proprio contenuto su canali autorizzati. Con il product placement all'interno, ci sara' un forte beneficio a lasciare che il contenuto sia distribuito liberamente.

E si arrivera' quindi a modelli di business che meglio si adattano ad Internet.

Con le nuove tecnologie, cosi' come nella vita, non e' possibile nuotare contro corrente nel fiume, ma bisogna lasciarsi trasportare, cercando, quando possibile, di andare un po' a destra o un po' a sinistra ...

I lavoratori indipendenti

Come sarebbe bello trovare anche a Milano un bar con la connessione ad Internet dove poter lavorare e fare anche un po' di vita sociale con persone che lavorano su Internet. Qualche bar a dire il vero c'e', ma alla fine sono soprattutto ritrovi di mamme che hanno accompagnato i figli a scuola e parlano del piu' e del meno (e del parrucchiere), di uomini che prendono rapidamente il caffe' e parlano di calcio o della nuova auto che hanno comprato, etc. etc. :-(

Qualche giorno fa sul mio blog in Inglese scrivevo di un articolo di Bob Cringeley che descrive come stiano cambiando l'istruzione e le universita' in particolare. Il tutto dovuto, come al solito, allo sviluppo esponenziale delle tecnologie.

Ovviamente e' il mondo che cambia, non solo l'istruzione, ma anche il lavoro. Ad esempio in questo articolo dal titolo "Self employed technorati" si parla proprio di come stiano nascendo dei luoghi fisici dedicati all'aggregazione di "lavoratori indipendenti". Queste persone potrebbero lavorare da casa, usando la rete per tenersi in contatto con fornitori, clienti e partners, ma alla fine hanno iniziato a lavorare da bar dotati di connessione ad Internet, tipo Starbucks.

Ora stanno nascendo degli spazi ad hoc, che mettono assieme l'aspetto lavorativo (conoscenza di potenziali partners) con l'aspetto sociale, il tutto in un ambiente molto informale e innovativo.

Credo che fra qualche anno qualche imprenditore italiano decidera' di investire in locali di questo tipo, perche', anche se pochi, iniziano ad esserci un po' di persone che come me lavorano da casa, e su progetti diversi contemporaneamente.

[Update] Paola mi segnala questo articolo dell'Economist. Da leggere :-)

Shopping comparison

Se questo servizio di Amazon funziona, i negozi "fisici" non saranno molto contenti, e saranno costretti anche loro a ristrutturarsi, o migliorare il servizio offerto in qualche modo innovativo.

In pratica funziona cosi': ti trovi in un negozio, ad esempio quello del tuo quartiere, un centro commerciale, oppure anche in un negozio in un'altra citta'. Vedi un articolo che vorresti comprare, mandi un SMS ad Amazon con il codice dell'articolo, e Amazon ti dice quanto ti costa se lo compri tramite loro. Se ti va bene, confermi l'acquisto e il gioco e' fatto.

In questo modo i negozi fisici diventano vetrine per servizi di e-commerce, sostengono il costo del magazzino, e tu invece compri dove e' piu' conveniente.

Se questa cosa prende piede, non fara' altro che accelerare la ristrutturazione della vendita al dettaglio :-)

Ovviamente la direzione e' quella giusta, da vedere se verra' adottata; come al solito si partira' dai giovani.

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